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venerdì 22 giugno 2012

I venerdì del libro (89°): WILSON TESTAMATTA

Cara Lilli,

ho scritto poco in questi giorni scorsi, il tempo è volato ed è di nuovo venerdì: oggi mi dedico al consueto appuntamento con l'iniziativa letteraria di HomeMadeMamma, poi ti scriverò prossimamente un bel pò di cosette di vario genere che ho fatto e vissuto nell'ultima settimana o poco più.

Intanto, ecco la mia proposta per una buona lettura, stavolta più specificamente una proposta indirizzata ai ragazzi: si tratta di WILSON TESTAMATTA di Mark Twain.

Io l'ho trovato tra i libri "giovanili" di mio marito, quelli che conserva dai tempi della scuola, e mi ha incuriosito: ebbene, mi è piaciuto e sono contenta di aver così approcciato un autore importante come Twain che finora conoscevo solo di fama.

La storia è ambientata nella prima metà dell'800 in una cittadina sulle rive del fiume Mississipi dove vive una comunità di famiglie più o meno benestanti, quasi tutte in possesso di schiavi negri (i quali parlano una lingua tutta loro, fatta di errori di grammaticali ed espressioni curiose e divertenti). E' in questa cittadina che giunge in un giorno d'inverno del 1830 un giovane avvocato in cerca di fortuna, David Wilson, con una ossessiva passione per le impronte digitali, che verrà soprannominato quasi subito "Testamatta" per via di un episodio che lo ha fatto apparire stravagante agli occhi degli abitanti del luogo.

Nelle pagine di questo romanzo si snoda una storia in cui Wilson Testamatta sembra essere per buona parte poco più di una comparsa ma che invece pian piano lo vedrà assumere un ruolo di primaria importanza nell'ultimo atto  di un intrigo assai curioso e ben congegnato che ruota intorno alla figura di Roxanne, una schiava negra che fa di tutto per assicurare al suo figliolo una vita migliore della sua e che col suo agire cambierà il destino di più persone.

E' un testo scritto in modo scorrevole e posso dire che lo consiglierei ai ragazzi delle scuole medie...ma ciò non significa che non possano gradirlo anche i grandi ;-) infatti, come scrivevo all'inizio, a me è piaciuto e mi ha regalato delle ore di svago.



<< Il signor David Wilson, giovane di origine scozzese [...] aveva venticinque anni, un'educazione superiore e una laurea in legge conseguita un paio di anni prima presso un'Università dell'Est. [...] Se non fosse stato per una sua infelice osservazione, sarebbe certamente riuscito a fare rapidamente carriera a Dawson's Landing. Ma pronunciò quella frase fatale proprio il girono del so arrivo in città e così fu bollato.>>

I venerdì del libro su altri blog:

(post originale)

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